Novità normative per armonizzare lavoro e vita privata

APPROFONDIMENTO FIRST CISL
a cura della Struttura nazionale Donne e Politiche di parità e di genere

Armonizzazione tempi di vita e tempi di lavoro: le novità introdotte dal D.lgs. n. 105/2022

Riferimenti normativi

Decreto legislativo 30 giugno 2022, n. 105 (in Gazzetta Ufficiale, Serie Generale n. 176 del 29 luglio 2022); Direttiva UE 2019/1158 del 20 giugno 2019, relativa all’equilibrio tra attività professionale e vita familiare per i genitori e i prestatori di assistenza e che abroga la direttiva 2010/18/UE del Consiglio; Messaggio Inps n. 3066 del 4 agosto 2022; Messaggio Inps n. 3096 del 5 agosto 2022; Decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151 (Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e
della paternità); Legge n. 81/1992 (Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l’articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato); Legge n. 104/1992 (Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone disabili).

Il Decreto legislativo 30 giugno 2022, n. 105, in vigore dal 13 agosto 2022, nel dare attuazione alla Direttiva UE 2019/1158, al fine di armonizzare l’attività lavorativa e la vita privata dei genitori e delle prestatrici e dei prestatori di assistenza, nonché di conseguire la condivisione delle responsabilità di cura tra uomini e donne e la parità di genere in ambito lavorativo e familiare, ha introdotto importanti novità normative in materia di maternità, paternità, congedo parentale e assistenza delle persone con disabilità grave.
Da rilevare che purtroppo il nuovo Decreto legislativo, pur apportando diverse novità migliorative nell’ambito delle materie oggetto della Direttiva Europea sul “work life balance” non ha però pienamente recepito quelle che erano state le osservazioni poste dalla Cisl in sede di audizione parlamentare a valle dell’approvazione del Decreto legislativo.
In particolare dobbiamo rilevare che il nostro ordinamento continua a non prevedere forme di permessi e congedi per i genitori con figlie e figli in età adolescenziale, nonostante tale fascia di età risulti la più colpita dagli effetti negativi, anche di natura psicologica e neuropsichiatrica, della crisi pandemica.
La Cisl, e gli altri Sindacati Confederali, fin dal 2020, e per tutto il perdurare della fase dell’emergenza sanitaria, hanno posto l’attenzione sulla necessità di prevedere la concessione di congedi retribuiti utilizzabili almeno fino all’età di 14 anni (auspicando comunque l’elevazione fino a 16 anni), onde scongiurare la possibilità per i genitori di incorrere nella fatttispecie dell’abbandono di minore.
Infine non piena soddisfazione deriva anche dal fatto che, pur avendo allungato il periodo di congedo parentale indennizzato, la legge non ha previsto anche il contestuale aumento della percentuale di indennizzo e non si è quindi realizzata l’ipotesi auspicata e richiesta dalla nostra Confederazione in sede di interlocuzione parlamentare di un aumento dal 30% al 50% dell’indennità prevista per i congedi parentali, in considerazione anche del fatto che tale aumento avrebbe incentivato la fruizione dei congedi da parte dei padri lavoratori e quindi un maggiore bilanciamento della responsabilità genitoriale tra madri e padri, esattamente come avvenuto, durante la fase pandemica per i congedi Covid 50%.

Approfondimento – 17 agosto 2022

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