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QUESTE LE TAPPE PIU’ SIGNIFICATIVE

2 ottobre 1925:

Il patto di Palazzo Vidoni fra Confindustria e sindacati fascisti sanciva il

reciproco monopolio sindacale;

3 aprile 1926

abolizione del diritto di sciopero che trasformò il sindacato fascista in

organo dello Stato.

I CONTRATTI “ERGA OMNES”

Il contratto collettivo era ormai una realtà non eliminabile dai rapporti di lavoro, il fascismo

conferì

valore di legge ai contratti nazionali che diventarono validi “erga omnes”.

CADUTA DEL FASCISMO

25 luglio 1943 assistiamo alla prima caduta del Fascismo: nei

45 giorni

del governo del

generale

Badoglio

il ministro delle corporazioni Leopoldo Piccardi (un tecnico sensibile)

procede alla nomina dei “Commissari alle organizzazioni sindacali e imprenditoriali

corporative”.

Bruno Buozzi

chiamato ad assumere il commissariamento dei sindacati

accetta ponendo una serie di condizioni

(fra cui il coinvolgimento di rappresentanti di

altre correnti oltre a quella socialista, e cioè comunista, democristiana e azionista)

.

Il ritorno alle Commissioni Interne finalizzato alla ricostruzione di un rapporto con la

base operaia è la principale delle condizioni, insieme alla democratizzazione dei

sindacati corporativi.

Viene stipulato l’accordo

Buozzi-Mazzini

(quest’ultimo commissario della Confindustria)

che riabilita le Commissioni Interne elette da tutti i lavoratori

(2 settembre 1943).

Si tratta di un accordo generale per tutte le aziende industriali: Le

Commissioni Interne

sono istituite per

impiegati e per operai quando per ciascuna delle due qualifiche siano presenti almeno 20 dipendenti; fra 5 e 19

dipendenti viene nominato il fiduciario d’impresa. Fra i compiti assegnati alle

C.I.

oltre a quelli tradizionali è

prevista la delega da parte della locale associazione sindacale dei lavoratori per “

le trattative per la

stipulazione dei contratti collettivi dei lavoratori

” dipendenti dell’impresa.

DALLE COMMISSIONI INTERNE ALLE Sas, Ssa e Nuclei Sindacali

Nelle diverse organizzazioni sindacali cresce la necessità di costituire propri nuclei aziendali

fedeli e preparati dall’organizzazione per orientare il dibattito e l’iniziativa sindacale in

fabbrica, cercando di contrastare il tendenziale corporativismo o aziendalismo delle

Commissioni Interne.

Queste strutture vennero denominate

Sas

(Sezioni aziendali sindacali)

per la

Cisl,

Ssa

(Sezioni

sindacali aziendali)

per la

Cgil

e

Nuclei aziendali

per la

Uil

. Queste però non godevano di un

riconoscimento della controparte e quindi avevano ristrette agibilità.

La conseguenza è la