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FIRST-CISL

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Maternità

e congedi parentali

mente), a condizione che il medico specialista della ASL e il

medico competente per salute e sicurezza (se c’è) attesti

che ciò non arrechi danno alla gestante e al nascituro.

PARTO PREMATURO

In questo caso i giorni precedenti il parto non goduti si som-

mano al periodo “post-partum” anche qualora la somma dei

due periodi superi il limite complessivo dei

5 mesi di asten-

sione obbligatoria:

viene così tutelata non solo la maternità,

ma anche il rapporto madre-bambino.

PARTO RITARDATO

L’eventuale periodo intercorrente tra la data presunta e quella

effettiva del parto va aggiunto ai

2 mesi

del periodo “ante-par-

tum”.

PERIODO POST-PARTUM

Prendendo a riferimento la data effettiva del parto si va avanti

nel tempo di

3 o 4 mesi

(a seconda della scelta del periodo

“ante-partum)”.

La lavoratrice deve presentare domanda, prima che

scada il 7° mese di gravidanza, all’Inps e al datore di la-

voro, con allegati i prescritti certificati medici.

Chi ne beneficia?

La madre lavoratrice in via esclusiva:

fino al parto e

in via non esclusiva

per i

3

o più mesi fino ad

un massimo di

5 mesi

, successivi al parto.

il padre:

congedo di paternità obbligatorio:

per i

3

o più mesi fino

ad un massimo di

5 mesi

successivi al parto, in caso di morte

o grave infermità della madre, abbandono da parte della

madre, affidamento esclusivo al padre, indipendentemente

dall’esistenza di un rapporto di lavoro della madre. Inoltre

entro i

5

mesi dalla data effettiva del parto il padre ha diritto

a

2 giorni

(fino al 2015 1 giorno) di congedo che possono es-

sere goduti anche in via non continuativa

(retribuiti al 100%

dall’Inps),

da richiedere con un anticipo di almeno 15

giorni sulla base della data presunta del parto;

Il congedo di maternità può essere sospeso nell’ipotesi

di ricovero del bambino in una struttura pubblica o pri-

vata e rinviato nel godimento, in tutto o in parte, alla

data di dimissioni del neonato.